Le Beatitudini e la Povertà - 04marzo2007 -
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Il difficile una volta rotti i legami tra gli esseri e le cose, è riabituarsi agli uni e alle altre, riadattarsi alle vecchie illusioni, reintegrarle a una a una.
Emil Cioran, "Quaderni".
Emil Cioran, "Quaderni".
Ptokòs - povero - ovvero essere rannicchiato per la paura - la cui esistenza dipende dalla generosità altrui - ingiustamente ridotto in miseria.
Il termine "povertà" deve suggerire un'idea concreta, la più concreta possibile; non è sostituibile con indigenza, al povero manca qualcosa di essenziale per la sua vita, che ha ingiustamente perduto per una qualche causa.
Importante è capire che tipo d'atteggiamento avere nei confronti della povertà.
Cristo mantiene un atteggiamento attivo, anche nelle beatitudini si possono rilevare due movimenti uno ascendente e uno discendente.
Ascendente - di consolazione verso i rassegnati, gli oppressi che possono solo sperare nel Regno dopo la morte.
Discendente - d'azione rivoluzionaria, insegnamento diretto a coloro che intendono alzare la testa contro il sistema.
In entrambi i casi Gesù si rivolse ai poveri. l'attenzione ai poveri è segno del Messia come è scritto in Luca 4,18:
" (...) Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l`unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. Poi arrotolò il volume, lo consegnò all`inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi". Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: "Non è il figlio di Giuseppe?".
Anche le Beatitudini sono fortemente compromettenti, e probabilmente non dovrebbero essere intese nel senso troppo spiritualistico che propone la bibbia CEI:
" Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli."
Perchè anche se ai nostri orecchi sembrano indicare la beatitudine di uno spirito rassegnato, sono al contrario - nel loro originale intendimento - profondamente concrete e nel senso in cui predicava Cristo, comprensibili alle genti cui erano rivolte.Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli."
I poveri in spirito, come si legge nella prima beatitudine, sono coloro che scelgono di vivere poveri a causa dello spirito, per lo spirito, cioè per un valore più alto dell'arricchimento personale, decidono di essere poveri; ma questa povertà non è da intendersi come una volontà di povertà fine a sè stessa, un egoistico, ascetico depauperamento dei propri averi. La scelta della povertà è rivolta alla spartizione dei beni, delle azioni e delle forze in seno ad una comunità.
La povertà - come scelta - non è apostasia, scisma, abiura; ma condivisione. Anche la povertà dei nati-poveri come dato di fatto non è nescessariamente rassegnazione, ma la spinta costante a migliorare le proprie condizioni attraverso un mutuo soccorso, uno spirito di spartizione che allontani la miseria e che tenda alla felicità in una comunità tra pari.
L'insegnamento di Gesù è che si arrivi alla spartizione, non che ci si accontenti del distacco o della rassegnata rinuncia.
Non può essere progetto di Dio che i poveri esistano come prede, proprietà, campo d'esperimentazioni, mano d'opera da sfruttare ecc. da parte di una minoranza. Si devono poter eliminare le cause che provocano la povertà.
Si può trasformare la società - scegliere di essere poveri affinchè nessuno lo sia. Fraternità di eguali.
Come scrisse Simone Weil nei quaderni: Non distaccarsi, cambiare attaccamento.
(scritto liberamente ispirato da una colloquiale lezione con Don Mario Del Ben)
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