Merrik
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Quel che i miseri bramano tu intendi
Cuori ne rianimi li ascolti attento
Farai al derelitto al calpestato
Giustizia
Di esseri di terra
Il dominio avrà fine
Reso un oggetto immondo
Faccio orrore a chi mi sta accanto
Chi mi conosce è preso dal panico
Vedendomi apparire
Tutti si affrettano a evitarmi
Sono un morto dai cuori caduto
Un arnese buttato via
Sento la folla che bisbiglia
La paura diffondersi per causa mia
Contro di me un muro alzarsi
L’idea di perdermi unirli
Ma io Signore troverò asilo in te
Un bramire di cerva all’acqua
E’ mio bramarti o Dio
La mia anima ha sete di Dio vivo
Quando mai rivedrò il volto di Dio?
Giorno e notte ho per pane pianto
Tutto il giorno mi sento dire
– Dov’è il tuo Dio? –
Ah tu non ami le immolazioni!
Ti offrissi un olocausto ti ritrarresti
Ma io ti immolo un soffio lacerato
Un fiato rotto e schiantato
Non ti disgusta o Dio!
Più che interi olocausti
Tu ami sacrifici di pietà
Non salgano altri tori ai tuoi altari
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