GENNAIO '08

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"Pinocchio deve essere consegnato solitario all'ultimo budello, spogliato di ogni magia, assistito solo dall'amore, di cui è destinatario e soggetto. Che Pinocchio viva quest'estrema vicenda come una "avventura", la sua avventura, dove non v'è alcuno che possa dargli mano. Mai come ora è stato necessario che il burattino vivesse la grazia come disgrazia.
(...)
Non è l'animale che insegue, ma l'animale labirinto da cui si deve uscire."

Giorgio Manganelli, "Pinocchio: un libro parallelo"




M.: Che bello attraversare il mare insieme a te Pinocchio, insieme a un amico, è un regalo dell'anno nuovo.
Puoi dirci dove siamo e dove stiamo andando? Oppure in che capitolo siamo, io sono ancora al trentaquattresimo.




PINOCCHIO: Io non posso parlarvi. Altrimenti vi direi qualcosa come: rimuovete l'angoscia dinanzi alle cose terrene, strappate alla morte il suo pungiglione velenoso, togliete all'Ade il suo fiato pestifero, questo è il vostro temerario tentativo...
Incessantemente il grembo della terra instancabile partorisce il nuovo, e ciascuna cosa nuova è votata alla morte, ciascuna attende con timore e tremore il giorno del suo viaggio nel buio.

M.: Aspetta, è poco cordiale parlar di morte mentre si è in mare.
Perchè è così diverso il tuo modo di parlare da quello del Pinocchio che conoscevo? Guarda Simona come l'hai spaventata.
C'è forse qualcosa da temere? Io sto realizzando adesso che la nostra barca è di carta e che nel mare ci sono disegnati alcuni pescecani.

PINOCCHIO: Senza il coraggio di un briciolo d'ingenuità, senza essere bambini non si fa nulla di creativo. dovete essere come i bambini, perfettamente simili e incomunicabili. Per il resto non dovete aver paura.

S.M.: Dici così perchè invecchiando sei diventato un educatore-filosofo, un pedagogo, un grillo parlante senza magia. Ci chiediamo come mai sei tu a guidare la barca? Sei senza gambe e braccia.


M.: (Se solo penso quanto verrò criticato per tutto ciò che sto vivendo qui con te.)

PINOCCHIO: Le gambe le ho bruciate quando ero ancora di legno, gli occhi e le braccia le ho perdute a son di studiare e di lavorare, tutto ciò ben prima di fossilizzare. Ora ho solo il naso.
Ed essere un educatore - come dite voi - è forse soltanto un altro modo per sbagliare la propria educazione... certo senza magia.
Ma non temete: questa è ancora una fiaba, la barca è sicura e vi porterà a riva e io sono il buon vecchio pinocchio.

S.: Scusa, ma io ho paura lo stesso. Ho qualche possibilità di capirci qualcosa?

PINOCCHIO: Non credo.

S.: E allora, posso chiederti? Dimmi se staremo bene.

PINOCCHIO: sembra dunque che non ci sia alternativa al lasciarsi parlare... sulla vita, sulla salute, c'è discorso? No, perchè il linguaggio che può dire la vita e la salute è il linguaggio che non ha dubbi sulla sua capacità di affermare ciò che importa.
Per salvarci dalla cultura dovremo finalmente avere accesso alla natura: nuovi cieli e nuova terra.
Ma aspettate, ecco che il pescecane finalmente si decide...

S.: Questo Pinocchio non sente quello che gli dico e parla come un professore.

M.: E tu non ascoltarlo. Lo aveva detto che non poteva parlarci.


S.: Poverino!

M.: Terra! siamo arrivati.

S.: Ma non è qui che dovevamo arrivare.

M.: Si lo so, ma ora non ci resta che attraversare il deserto.
























































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'Le Nez' di Alberto Giacometti.
'Le Nez' di Alberto Giacometti.

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