Intorno ai naturalisti [Mandel'stam]

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"Darwin non si definisce mai, in nessun luogo, filosofo della natura. Alla natura non attribuisce nessun fine, le nega qualsiasi tipo d’intenzione benigna. E meno di tutto pensa di attribuirle volontà, o facoltà raziocinanti. (…)
Darwin venne alla ribalta all’epoca della massima diffusione del dilettantismo nel campo delle scienze naturali. Lo studio amatoriale della natura fioriva in Inghilterra come sul continente. Bürger e gentlemen illuminati collezionavano, erbarizzavano, osservavano e descrivevano. (…) La mania della descrizione e la caccia all’osservazione finirono in caricatura.


Lamarck
Lamarck
Accanto a questo dilettantismo del tutto casalingo di esquires e pastori protestanti cresceva e montava l’ondata dell’interesse per la geografia mondiale. La circumnavigazione divenne la moda pedagogica del tempo. (…)
Questo nuovo tipo di curiosità per la natura differisce radicalmente dalla sete di conoscenza di Linneo o dall’avidità di sapere di Lamarck. Cominciando da Darwin e dal suo viaggio sulla Beagle e finendo con il giro del mondo compiuto dal famoso Claude Monet a bordo della Brigitte, assistiamo ad un colossale esercizio di osservazione analitica e a un’altrettanto colossale sete di esperienza sulla ferma base dell’attività pratica e dell’iniziativa personale.

Quasi un secolo divide Linneo da Darwin. Tra i due ci sono gli evoluzionisti: Cuvier, Buffon, Lamarck. Nele opere dei naturalisti i segni strutturali e anatomici avevano trionfato su quelli puramente pittorico-descrittivi. (…)
All’immobile sistema della natura si sostituì la viva catena delle creature organiche, una mobile scala tesa alla perfezione. Invece del Dio-architetto, nel deista Lamarck c’è un monarca costituzionale che non si immischia negli affari interni della natura. La classificazione è per Lamarck qualcosa di artificioso, come una reticella di crini gettata dall’uomo sulla varietà dei fenomeni. (…)

Cuvier
Cuvier


Nel frattempo la rivoluzione francese lasciò una profonda traccia sullo stile dei naturalisti. Nelle sue opere Buffon agisce come un oratore rivoluzionario: elogia la condizione naturale del cavallo, addita agli uomini l’esempio delle mandrie di cavalli bradi, rende onore al valore civile del cavallo.
E Lamarck, che scrive le sue opere come sulla cresta dell’onda della Convenzione, cade continuamente nel tono del legislatore, e più che descrivere, decreta la natura.
La straordinaria prosaicità delle opere di Darwin era stata in profondità preparata dalla storia. Darwin bandì una volta per tutte dalle scienze naturali ogni ampollosità e retorica, ogni pathos teleologico, in qualsiasi sua forma. Ebbe il coraggio di essere prosaico perché aveva moltissime cose da dire e non si sentiva legato a nessuno da vincoli di riconoscenza o di ammirazione.



Nutrendo un indicibile disgusto per il dogma, Darwin si limita a raccontare in che modo si sono formate le sue convinzioni.

Il successo scientifico di Darwin fu in qualche misura anche letterario. (…) A conquistare il lettore fu forse il fatto che Darwin non esprimeva nessun entusiasmo teleologico nei confronti delle leggi e delle tendenze che andava affermando. –1932

Ed ecco cosa ora devo assolutamente rilevare: Darwin ha messo al bando una volta per tutte l’oratoria e la retorica, ha messo al bando l’ampollosità della norma letteraria del naturalista.
[Il fondo aureo dei fatti sostiene la bilancia delle sue imprese scientifiche esattamente come un milione di sterline d’oro nei caveaux della Banca d’Inghilterra assicura la circolazione monetaria del paese.]


L’organizzazione del materiale scientifico è lo stile del naturalista.

Il naturalista linneano concentra la propria attenzione sul fenomeno unico e isolato. Gusto della descrizione. Del pittoresco. Le “miniature” di Buffon e di Pallas. Teologia. Gratitudine. Commozione. Elogio della natura.
Oratoria: Linneo, Buffon, Lamarck.

Darwin è prosaico. Popolare. Si rivolge al lettore medio. Tono colloquiale.
Metodo del dispiegamento seriale dei segni. Pile di esempi. Combinazione di serie eterogenee. Gli esempi funzionali spostati al centro dell’argomentazione dimostrativa. I flussi e i riflussi della verità come ritmo dell’esposizione. (Sull’origine delle specie). Autobiografismo. Elementi di prosa geografica. Scuola dei viaggi intorno al globo (la Beagle).
Ruolo della vista. Occhio come strumento del pensiero.

 Dal suo pulpito di predicatore Linneo ha esaltato la struttura elegante e funzionale delle creature viventi. [Il suo sistema serviva messa] [Mostrava - per la gioia del Creatore e a prova della sua saggezza – tutte le minuzie, le curiosità, le rarità e le bellezze della natura organica.] Buffon costruiva i suoi brillanti trattati…

Buffon
Buffon


Sull’origine delle specie sbalordì i contemporanei di Darwin. Il libro venne letteralmente divorato. Il suo successo presso il pubblico fu pari a quello del Werther goethiano. È chiaro che fu accolto come un evento letterario, che in esso avvertirono la grande e seria novità della forma.

La tassonomia – vanto e gloria delle scienze naturali linneane – ha propiziato l’arte della descrizione. Ha generato la straordinaria maestria dei minuziosi ritratti contemplativi, in se stessi conclusi. (…) nei naturalisti dotati di senso artistico sono fioriti in arabesco, miniatura, merletto … L’autonoma maestria e l’originale arte delle descrizioni naturalistiche passivamente contemplative hanno avuto la loro massima fioritura nella seconda metà del 18° secolo. Qui l’aristocratica raffina
tezza e sensibilità dello sguardo, la minuziosità e il virtuosismo dell’inventario sono portate al limite estremo, fino alla miniatura dei servi della gleba – [La Chrisomela asiatica descritta da Pallas è agghindata come per uno spettacolo del Teatro di Corte cinese o del Balletto dei Servi. Il naturalista persegue fini di pura féerie pittorica.] (…)
Al tempo
di Darwin l’arte di questi miniaturisti, di questa aristocrazia delle scienze naturali, era giunta al suo definitivo tramonto. I fondamenti della classica tassonomia linneana furono scossi dalla mano di Lamarck.
La borghesia non aveva ancora bisogno di un’ideologia delle scienze naturali che glorificasse la razionalità del reale.

Al posto della scrittura abborracciata e della compilazione di cataloghi, Darwin introdusse un nuovo principio: quello della vedetta delle scienze naturali. Sull’origine delle specie è un diario di viaggio altrettanto esatto del Viaggio sulla Beagle. [Il naturalista è una vedetta che sta di guardia sul ponte del capitano.]
… La giovane borghesia mandava volentieri i propri figli in crociere attorno al mondo. La circumnavigazione a bordo di una fregata rientrava nel massiccio piano d’educazione dei giovani cui si preconizzava un importante futuro. Ecco perché nelle opere scientifiche di Darwin scorgiamo elementi di prosa geografica, i primi rudimenti del racconto coloniale e di quello a intreccio marinaresco. [Alterna magistralmente i racconti di testimoni oculari alle citazioni di lavori scientifici.]

Se vogliamo definire la tonalità del discorso scientifico di Darwin, la definizione migliore sarà quella di conversazione scientifica. (…)
Immaginate un dotto giardiniere che accompagni gli ospiti per la sua tenuta e dia loro spiegazioni fermandosi tra le aiuole, oppure uno zoologo dilettante che accolga vecchi amici nel suo allevamento.

Come opera letteraria, Sull’origine delle specie è una grande forma di pensiero scientifico. Se dovessimo paragonarla a un’opera musicale – non è una sonata, ne una sinfonia con i crescendo, con i suoi movimenti rallentati e tempestosi, ma piuttosto una suite. Brevi capitoli autonomi…
Darwin
Darwin

L’occhio del naturalista, come quello di un uccello rapace, possiede la facoltà di adeguamento. Ora si trasforma in un binocolo militare a lunga gittata, ora nella lente d’ingrandimento del gioielliere.

Darwin controlla severamente il profilo delle sue argomentazioni. Alla ricerca di diversi punti di appoggio, crea autentiche serie eterogenee, cioè raggruppa il di
ssimile, il contrastante, il diversamente colorato. (…) costruisce le sue argomentazioni scientifiche in modo stereoscopico. Estende in lunghezza, in profondità e in altezza le coordinate dell’esempio, agendo con l’ausilio di un’autentica selezione del materiale.
“citerò solo tre casi di istinto: quello che spinge il cuculo a depositare le uova in nidi d’altri uccelli, quello schiavista delle formiche, e quello edificatore delle api”.
Solo l’unione di pensiero e di un possente istinto di sperimentatore consentì a Darwin di ottenere risultati di questa portata. Penso alla genuina capacità di scelta, di sovrapposizione e selezione dei fatti, che vengono in soccorso all’argomentazione scientifica creando le condizioni propizie alla generalizzazione."
Osip Mandel’stam, Taccuini 1931-1932




Non ho mai saputo spiegarmi bene, fin da piccolo, ciò che mi stringe e mi avvince delle scoperte di questa serie di studiosi, della loro epopea. Il loro studio di gabinetto, di laboratorio su ossa, elitre, nervi, linfe, morfologie era così mescolato all'alchimia di quelle wunderkammer che già tanto mi affascinarono, antesignane del museo e della galleria d'arte. Indagavano quei prodi la natura per sistemarla in un insieme classificato, umanamente comprensibile, "libribile"; facevano enormi sforzi per scoprire il senso e il fine del libro della vita, riscrivendolo con i suoi stessi presunti inchiostri. Fino a che Darwin a quel libro, per continuarlo a leggere, non dette più alcun fine; scienziato moderno si limitò al disegno, fosse o non fosse opera del caso: e il Caso entrò forte come un uragano nella scienza, era un po' che aspettava. Fu come se le stelle sprofondassero per la prima volta in un universo infinito in cui ciascuna è sola ma condizionata dal suo rapporto con le altre, definitivamente la teologia col loro moto non c'entrava più. Un'esito come una nudità. Lo studioso ora viveva anche lui il viaggio delle cose e degli esseri, non ne era più soltanto il devoto decodificatore amanuense. La Beagle andò ben più in là delle caravelle mentre le ossa, gli studi comparati, gli erbari giacevano numerati dentro ai musei, dove - bellissimi - ancora s'impolverano.


1878, Darwin experiment plant motion.
1878, Darwin experiment plant motion.







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