Sette Tazze
Torna a Signs/Opinions
"Bajo los volcanes, junto a los ventisqueros, entre los grandes lagos, el fragante, el silencioso, el enmarañado bosque chileno... Se hunden los pies en el follaje muerto, crepitó una rama quebradiza, los gigantescos raulíes levantan su encrespada estatura, un pájaro de la selva fría cruza, aletea, se detiene entre los sombríos ramajes. Y luego desde su escondite suena como un oboe... El universo vegetal susurra apenas hasta que una tempestad ponga en acción toda la música terrestre”.
Pablo Neruda, "Confieso que he vivido"
Siete tazas. Foresta magica australe del centro del Cile, uno dei pochi luoghi intatti del Maule, la nostra regione. La domenica ha cominciato pioviginando e ha continuato piovendo, non c’era nessuno nemmeno alla biglietteria, ma valeva la pena prendere la pioggia camminando.
I faggi australi tappezzavano di piccole foglie colorate la terra umida e ancora in parte caricavano gocciolanti intrichi di rami, fiabesche nubi di ramoscelli bianchi. Ho visto per la prima volta il bosco nativo cileno da una passerella per turisti che mi ha condotto per ballatoi e altane a scoprire come il Rio Claro si sviluppa cadendo dalle Ande. Gli uomini hanno dato a queste cascate bei nomi: velo della novia, siete tazas, salto della leona.
Un grosso picchio (colaptes pitius) sale su di un albero come uno scoiattolo, concedendoci tutto il tempo per metterlo a fuoco, se la cosa non riesce come vorremmo è per colpa nostra e della pioggia. Quando si stanca di posare riprende il suo volo gonfio.
Il salto del Velo della Novia.
I faggi australi tappezzavano di piccole foglie colorate la terra umida e ancora in parte caricavano gocciolanti intrichi di rami, fiabesche nubi di ramoscelli bianchi. Ho visto per la prima volta il bosco nativo cileno da una passerella per turisti che mi ha condotto per ballatoi e altane a scoprire come il Rio Claro si sviluppa cadendo dalle Ande. Gli uomini hanno dato a queste cascate bei nomi: velo della novia, siete tazas, salto della leona.
Un grosso picchio (colaptes pitius) sale su di un albero come uno scoiattolo, concedendoci tutto il tempo per metterlo a fuoco, se la cosa non riesce come vorremmo è per colpa nostra e della pioggia. Quando si stanca di posare riprende il suo volo gonfio.
Speculare ai nostri boschi nordici, questa foresta è somigliante a loro e in tutto altra, in ogni specie, in ogni essenza, e va letta con la lente di un occhiale attento, perché è come fosse una scrittura nei boschi che per caso o per amicizia converge con quella dei nostri.
Qui nella solitudine di una passeggiata in una domenica piovosa ritrovo il ritmo docile alla legge delle acque che scendono dai monti, e tutto è solo apparentemente già noto. Invece è il racconto ritmico di questo particolare modo di essere caduta d’acqua; che salvo i miei occhi che la guardano, ha il solo scopo di correre al Pacifico per il versante più dritto e freddo del continente. Nient’altro.
Qui nella solitudine di una passeggiata in una domenica piovosa ritrovo il ritmo docile alla legge delle acque che scendono dai monti, e tutto è solo apparentemente già noto. Invece è il racconto ritmico di questo particolare modo di essere caduta d’acqua; che salvo i miei occhi che la guardano, ha il solo scopo di correre al Pacifico per il versante più dritto e freddo del continente. Nient’altro.
Le prime tre tazas.
Acqua che passa nell'orecchio.
Nei pressi del salto della Leona.
Il Pitio che abbiamo visto, con uno strano sguardo da Pinocchio.
-
©2024 MarcoFintina.com