GENNAIO '11
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"…avere insomma il carattere dei primi giochi infantili, che non sono quasi mai storie compiute, ma più spesso un libero vagabondaggio tra molte storie, sparso di oggetti che vengono presi, lasciati, ripresi, perduti in cammino."
Gianni Rodari, "La grammatica della fantasia"
I nostri ultimi ospiti italiani qui in Cile. E i pił piccoli: Lorenzo e Maddalena.
Una bella invasione italiana, una famiglia con due bambini in casa nostra per quindici giorni, Riccardo e Barbara responsabili del progetto in Italia vengono ad assicurarsi della sostenibilità delle attività dopo il nostro rientro. E portano anche Lorenzo e Maddalena.
Due bambini bellissimi che abbiamo avuto l'onore di conoscere.
Convivere con i bambini era una cosa che non facevo da molto tempo. Queste creature magiche e fantasticanti appartengono ad una condizione umana fortemente operante, però per via del loro stato transitorio, del loro rapido passare di fase in fase, non assurgono mai a vero "status", l'invenzione dell'infanzia è cosa relativamente recente, e ancora buona parte dell'esistenza esterna dei bambini è basata sulle proiezioni che gli adulti fanno su loro.
Affascinanti e sempre affascinati o affascinabili ma già in generale e in nuce con tutta la pena implicita degli esseri umani, i bambini - che pure inventano continuamente cose - decisamente non hanno inventato l'infanzia in cui ricadono. Esattamente come la teologia non è invenzione di Dio, e gli animali non si riconoscono secondo i nostri taxa e i nostri modi di osservarli. Però queste classificazioni e proiezioni sono necessarie per capire e rispettare un oggetto altro che si vuole vicino.
Vorrei dire che i bambini vengono troppo "antropomorfizzati", ma questo è perchè fanno di tutto per esserlo, per aderire alle proiezioni, per adeguarsi all'evoluzione che si approssima.
Mentre giocano, Lorenzo e Maddalena, sanno dare vita alle cose e ai personaggi del loro regno, come tutti noi abbiamo fatto. Un regno il cui confine nello spazio e nel tempo è per ciascuno diverso. Nessun bambino conosce però questo limite. Le loro finzioni non conoscono veramente la finzione, anche se la finzione resta la cosa più importante. Il limite tra realtà e fantasia è il loro mistero. Gettano ponti di corde per crederti, eppure esprimono già a loro modo i loro dubbi.
Lorenzo cerca di capire e di rispettare le regole dei giochi per trovare terreno comune a lui e gli altri (cosa che a me costava fare), Maddalena è un crescere di contemplazioni, che repentinamente cambiano di oggetto senza mai perdere d'intensità.
A me non resta che interpretare sentimentalmente il "perduto per sempre" come un vecchio schilleriano. E mi detesto a pensare di trapassar loro anche solo di sghimbescio qualche mia implicita sofferenza, che per quanto sublimata può restare percepibile.
I bambini richiedono equilibrio, riempiono così il bicchiere di chi ce l'ha mezzo pieno e vuotano quello già mezzo vuoto.
Senza di loro è tornato certo un bel silenzio, ma la casa è rimasta anche mezza vuota.
"- Entonces, està libre? – preguntò.
- Si, libre – dijo Karl, y nada en el mundo le sonò màs vano!"
Io e Simona ci chiediamo quale futuro ci attenda in questa virata del progetto che già odora di ritorno, di rientro. Come fare degli ideali che ci hanno animato finora davvero un lavoro.
Gli ideali se da un lato tengono pura una fede dall'altro fermano e frenano il senso della realtà che è sempre contro ad essi.
L'ingiustizia è del mondo (ecco un concetto duro da esprimere ai bambini) e bisogna prevederla. La si vedrà negli altri, la proveremo noi o saremo noi stessi ad essere ingiusti.
L'ingiustizia nel mondo è frequente come la bellezza. E anche se non per questo diventa accettabile, si pone ferma come pietra d'inciampo per farci comprendere quando e quanto a lei ci si può opporre.
Bisognerebbe saper mollare qualsiasi presa con animo sereno, e invece rimaniamo come cani che perdono l'osso, o come vecchie zitelle che non hanno conosciuto gli uomini perchè aspettano ancora il principe azzurro.
Quale sarà insomma la realtà della cooperazione internazionale per me e per Simona dopo aver consumato questi ferventi anni di volontariato in ACCRI?
Il limite tra realtà e fantasia è ancora il nostro mistero.
Anche dopo aver consumato già tanto futuro.
Due bambini bellissimi che abbiamo avuto l'onore di conoscere.
Convivere con i bambini era una cosa che non facevo da molto tempo. Queste creature magiche e fantasticanti appartengono ad una condizione umana fortemente operante, però per via del loro stato transitorio, del loro rapido passare di fase in fase, non assurgono mai a vero "status", l'invenzione dell'infanzia è cosa relativamente recente, e ancora buona parte dell'esistenza esterna dei bambini è basata sulle proiezioni che gli adulti fanno su loro.
Affascinanti e sempre affascinati o affascinabili ma già in generale e in nuce con tutta la pena implicita degli esseri umani, i bambini - che pure inventano continuamente cose - decisamente non hanno inventato l'infanzia in cui ricadono. Esattamente come la teologia non è invenzione di Dio, e gli animali non si riconoscono secondo i nostri taxa e i nostri modi di osservarli. Però queste classificazioni e proiezioni sono necessarie per capire e rispettare un oggetto altro che si vuole vicino.
Vorrei dire che i bambini vengono troppo "antropomorfizzati", ma questo è perchè fanno di tutto per esserlo, per aderire alle proiezioni, per adeguarsi all'evoluzione che si approssima.
Mentre giocano, Lorenzo e Maddalena, sanno dare vita alle cose e ai personaggi del loro regno, come tutti noi abbiamo fatto. Un regno il cui confine nello spazio e nel tempo è per ciascuno diverso. Nessun bambino conosce però questo limite. Le loro finzioni non conoscono veramente la finzione, anche se la finzione resta la cosa più importante. Il limite tra realtà e fantasia è il loro mistero. Gettano ponti di corde per crederti, eppure esprimono già a loro modo i loro dubbi.
Lorenzo cerca di capire e di rispettare le regole dei giochi per trovare terreno comune a lui e gli altri (cosa che a me costava fare), Maddalena è un crescere di contemplazioni, che repentinamente cambiano di oggetto senza mai perdere d'intensità.
A me non resta che interpretare sentimentalmente il "perduto per sempre" come un vecchio schilleriano. E mi detesto a pensare di trapassar loro anche solo di sghimbescio qualche mia implicita sofferenza, che per quanto sublimata può restare percepibile.
I bambini richiedono equilibrio, riempiono così il bicchiere di chi ce l'ha mezzo pieno e vuotano quello già mezzo vuoto.
Senza di loro è tornato certo un bel silenzio, ma la casa è rimasta anche mezza vuota.
"- Entonces, està libre? – preguntò.
- Si, libre – dijo Karl, y nada en el mundo le sonò màs vano!"
Franz Kafka, America
La nuova macchina del progetto. Appropriatamente rossa-sangue.
Gli ideali se da un lato tengono pura una fede dall'altro fermano e frenano il senso della realtà che è sempre contro ad essi.
L'ingiustizia è del mondo (ecco un concetto duro da esprimere ai bambini) e bisogna prevederla. La si vedrà negli altri, la proveremo noi o saremo noi stessi ad essere ingiusti.
L'ingiustizia nel mondo è frequente come la bellezza. E anche se non per questo diventa accettabile, si pone ferma come pietra d'inciampo per farci comprendere quando e quanto a lei ci si può opporre.
Bisognerebbe saper mollare qualsiasi presa con animo sereno, e invece rimaniamo come cani che perdono l'osso, o come vecchie zitelle che non hanno conosciuto gli uomini perchè aspettano ancora il principe azzurro.
Quale sarà insomma la realtà della cooperazione internazionale per me e per Simona dopo aver consumato questi ferventi anni di volontariato in ACCRI?
Il limite tra realtà e fantasia è ancora il nostro mistero.
Anche dopo aver consumato già tanto futuro.
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