APRILE '11
Torna a Signs/Opinions
Addio o arrivederci Curicó o meglio Curi-York con i suoi baracchini con incomprensibili dolcetti a forma di stronzi, che non abbiamo mai osato provare,
con la sua esagerata concentrazione di farmacie (3 per metro quadrato), con le sue cuadras;
Addio Poblaciòn Mataquito casa 108, per 2 anni nostra dimora;
Addio gentili vicini;
addio "Rocco" cane pulcioso scrocca crocchette; Addio "Dolce miele" cane rabbioso della vicina Lilly che scava e caga dove non dovrebbe!
Addio "almacen Colo Colo", bottega dietro casa sempre aperta con di tutto un po', ma quando serve non ha niente e se trovi... caro!
Addio feria della pulga, luogo di incontro di pirati del copy right di DVD e ladri, rivendita di bulloni arrugginiti, roba vecchia di ogni tipo ed esageratamente usata;
addio "Ricchi e Poveri", ristorante dai boccali scheggiati e tavole unte, ma con gente e gatti cordiali;
Addio Fame Nera, gatta inquieta, autodichiaratasi di nostra proprietà, gatta muta o meglio sibilante;
Addio banche con tassi di cambio sempre sfavorevoli!
Addio alla grande cucina chilena, giustamente riconosciuta in tutto il mondo;
Addio canto del treile che ci svegliava ogni mattina;
Addio sirene che suonano 4 volte al giorno e non si sa perchè!
Addio meravigliosa frutta e verdura buonissima ed economica della FELICUR.
Addio al nostro rio Mataquito e alla sua cuenca bellissima.
Addio oceano furioso e affascinante.
Addio negozietti di cose da vestire usate, di cui abbiamo fatto incetta.
Addio pane amasado, possibile motivo di stitichezza per chi lo ingerisce.
Addio Plaza de Armas con i suoi meravigliosi cavallini impagliati per far le foto ai bimbi.
Addio Entel, gestore telefonico, che a tradimento ti chiude le telefonate.
Addio agli insacchettatori professionali, motivo di ansia pre-supermercato, con cui abbiamo lottato inutilmente per imporre le nostre borse ecologiche
Addio huevoni e huevone;
.... quindi e soprattutto ADDIO CRATE!
"Pravo favore labi mortales solent
et, pro iudicio dum stant erroris sui,
ad paenitendum rebus manifestis agi."
et, pro iudicio dum stant erroris sui,
ad paenitendum rebus manifestis agi."
Fedro, Fabulae
L'ultima bottiglia di carmenere.
Guardo Curicò per l'ultima volta dalla finestra dello studio del dottor Richard, dall'unico edificio antisismico che supera i 5 piani della città; da qui si vede perfettamente il cerro Condel che le sta piantato in mezzo. Sembra il dorso di un toro a cui siano rimaste infitte antenne e tralicci come banderillas. Qualche volta questo toro si squote.
Vista dall'alto Curicò presenta ancora molti segni e cicatrici dell'ultimo terremoto, eppure, nonostante questo, tutti i crolli e le demolizioni hanno cambiato pochissimo il suo aspetto.
Curicò mantiene il volto di una città-giocattolo, assemblaggio di bambini poco abili che giocano a un economico gioco di costruzioni.
Dopo il terremoto dell'anno scorso la città è stata velocemente ricostruita con il minimo indispensabile, le stesse plastiche, le stesse lamiere di prima coprono le stesse basse casette, poco più che appoggiate al suolo e spacciate per definitive.
La città è tornata uguale, ne meglio ne peggio.
Peggio avevano già fatto i precedenti e onnipresenti piani di costruzione-viviendas di governo e municipalità: ampi quartieri periferici di casette piccole e tutte uguali, spesso abitate da famiglie numerose; veri campi di concentramento per le nostre menti. Ma questi piani erano già avviati da molto prima del terremoto.
Qui in Chile s'impara che in fondo il terremoto è un fenomeno continuo, quasi quotidiano di piccole e medie scosse. Bisogna essere elastici e tentare di abituarcisi sperando che non siano preludio di una grande. Peggio è quando le scosse ti svegliano di notte, è successo 2 notti di fila questo mese.
Ma Curicò, per come è fatta non potrà tanto facilmente essere rasa al suolo; è troppo bassa, è troppo provvisorio il suo definitivo per non poter essere facilmente riaggiustata con un po' di fil di ferro (il famoso alambrito chileno).
Tutto ciò che restava di antico è già venuto giù e la città non può e non sa passare decisamente al moderno. Rimane così in un limbo "tononiano" d'arrangio che però non diventa quasi mai geniale (magari fosse veramente tononiano!) ma resta miserrimo e qualche volta allo stesso tempo velleitario.
Vista dall'alto Curicò presenta ancora molti segni e cicatrici dell'ultimo terremoto, eppure, nonostante questo, tutti i crolli e le demolizioni hanno cambiato pochissimo il suo aspetto.
Curicò mantiene il volto di una città-giocattolo, assemblaggio di bambini poco abili che giocano a un economico gioco di costruzioni.
Il Cerro Condel che sporge dalla città di Curicò dopo la prima pioggia d'autunno.
Dopo il terremoto dell'anno scorso la città è stata velocemente ricostruita con il minimo indispensabile, le stesse plastiche, le stesse lamiere di prima coprono le stesse basse casette, poco più che appoggiate al suolo e spacciate per definitive.
La città è tornata uguale, ne meglio ne peggio.
Peggio avevano già fatto i precedenti e onnipresenti piani di costruzione-viviendas di governo e municipalità: ampi quartieri periferici di casette piccole e tutte uguali, spesso abitate da famiglie numerose; veri campi di concentramento per le nostre menti. Ma questi piani erano già avviati da molto prima del terremoto.
Qui in Chile s'impara che in fondo il terremoto è un fenomeno continuo, quasi quotidiano di piccole e medie scosse. Bisogna essere elastici e tentare di abituarcisi sperando che non siano preludio di una grande. Peggio è quando le scosse ti svegliano di notte, è successo 2 notti di fila questo mese.
Ma Curicò, per come è fatta non potrà tanto facilmente essere rasa al suolo; è troppo bassa, è troppo provvisorio il suo definitivo per non poter essere facilmente riaggiustata con un po' di fil di ferro (il famoso alambrito chileno).
Tutto ciò che restava di antico è già venuto giù e la città non può e non sa passare decisamente al moderno. Rimane così in un limbo "tononiano" d'arrangio che però non diventa quasi mai geniale (magari fosse veramente tononiano!) ma resta miserrimo e qualche volta allo stesso tempo velleitario.
L'ultimo ritratto di FameNera, la gatta 'huacha' che da un anno si è autoeletta parte della nostra famiglia. Gatta strana, mai amata, affidata ora alle amorevoli cure della signora Ruth.
Ancora una volta, giusto poco prima del nostro rientro in Italia, fiorisce questo strano fiore dall'odore di carne putrefatta. Bizzarro saluto dal Chile.
Addio o arrivederci Curicó o meglio Curi-York con i suoi baracchini con incomprensibili dolcetti a forma di stronzi, che non abbiamo mai osato provare,
con la sua esagerata concentrazione di farmacie (3 per metro quadrato), con le sue cuadras;
Addio Poblaciòn Mataquito casa 108, per 2 anni nostra dimora;
Addio gentili vicini;
addio "Rocco" cane pulcioso scrocca crocchette; Addio "Dolce miele" cane rabbioso della vicina Lilly che scava e caga dove non dovrebbe!
Addio "almacen Colo Colo", bottega dietro casa sempre aperta con di tutto un po', ma quando serve non ha niente e se trovi... caro!
Addio feria della pulga, luogo di incontro di pirati del copy right di DVD e ladri, rivendita di bulloni arrugginiti, roba vecchia di ogni tipo ed esageratamente usata;
addio "Ricchi e Poveri", ristorante dai boccali scheggiati e tavole unte, ma con gente e gatti cordiali;
Addio Fame Nera, gatta inquieta, autodichiaratasi di nostra proprietà, gatta muta o meglio sibilante;
Addio banche con tassi di cambio sempre sfavorevoli!
Addio alla grande cucina chilena, giustamente riconosciuta in tutto il mondo;
Addio canto del treile che ci svegliava ogni mattina;
Addio sirene che suonano 4 volte al giorno e non si sa perchè!
Addio meravigliosa frutta e verdura buonissima ed economica della FELICUR.
Addio al nostro rio Mataquito e alla sua cuenca bellissima.
Addio oceano furioso e affascinante.
Addio negozietti di cose da vestire usate, di cui abbiamo fatto incetta.
Addio pane amasado, possibile motivo di stitichezza per chi lo ingerisce.
Addio Plaza de Armas con i suoi meravigliosi cavallini impagliati per far le foto ai bimbi.
Addio Entel, gestore telefonico, che a tradimento ti chiude le telefonate.
Addio agli insacchettatori professionali, motivo di ansia pre-supermercato, con cui abbiamo lottato inutilmente per imporre le nostre borse ecologiche
Addio huevoni e huevone;
.... quindi e soprattutto ADDIO CRATE!
-
©2024 MarcoFintina.com