Mon Frère
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I popoli non distruttori sono i popoli distrutti, i popoli della storia che si è perduta, i popoli della fame inespugnata, malthusiani e abortitori, storditi dal clima, prigionieri di uno spazio cattivo, i popoli su cui fu stesa una speciale maledizione. (Sia su di loro la pace). Lemuria innominata, Lemuria dei graffiti silenziosi, dei naufragi inascoltati, dei diluvi, delle grotte pirenaiche… Bisogna amarli, questi presto ammutoliti o malsopravvissuti, per quel che non hanno fatto, o non potuto fare – per la squisita debolezza dei loro piccoli crimini senza Giudizio finale. Tutti gli altri, qualunque Scrittura sacra, profezia, sibilla, oracolo o pontefice li guidi, sono distruttori.
(...)
Se l’arca era costipata e rauca come lo zoo di un circo viaggiante, alle povere bestie sarà sembrata meno triste, di quell’irrespirabile galera, una bella morte annegati. E il pensiero delle incessate fatiche, della ribadita condanna a servire l’uomo, degli incombenti macelli, gli avrà funestato lo scampo.
Guido Ceronetti, La lanterna del filosofo, 2005
“Perché il cuore dell’uomo, fin dalla sua infanzia, ha per suo scopo il male” (Gen. 8, 21).
Mio fratello nel dolore e nella compassione.