GIUGNO '10
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“Ruggiero Romano decìa que la gente comùn tiene muchas ideas, y las cambia con facilidad; los “pequeños maestros” tienen cinco o seis ideas en su vida, y los grandes maestros una sola.”
"Pueblo de Italia, un hombre te destroza:
repudia su dictamen con un gesto infinito."
Il pensiero dei filosofi, dei pensatori e dei saggi a cui ricorro mi si definisce per un qualche tipo di paesaggio attraverso cui passo o son passato. Può essere una città intera, un fiume, una siepe, un ghiacciaio, uno scivoloso ghiaione, una rigorosa biblioteca, più spesso però è stato un lazzareto o una scuola parrocchiale.
Conoscendo Ivan illich mi sembra di essere approdato in una calma oasi, limitata e precisa, necessaria nel mio sorvolare il pensiero degli altri, disperati o distaccati, scopritori o costruttori di un “vero”.
Ivan Illich propone una forma di salvezza. Ma non è tanto questo a farmelo amare. E' che fa parte di quei maestri che avrei voluto conoscere davvero e questo non vale per tutti coloro che mi hanno lasciato tracce.
Muore nel 2002 con un grande tumore alla guancia.
è uno dei padri del movimento della “decrescita” che ho conosciuto negli scritti di Latouche, questi abbondano di rimandi ad Illich che pure non sono bastati ad avvicinarmelo.
Illich invece è il grande anello di congiunzione tra tante cose.
Nella sua visione d’insieme scova il male del sistema normalizzato e nel rialzo dell'industria e del mercato. La china verso cui l'organizzazione capitalistica ha scelto di salire, Illich ci dice, porta alla ghigliottina.
L’inganno degli esperti è uno strumento dell’imperialismo.
Bisogna rimettere lo strumento tecnico al suo posto: la mano dell’uomo.
Le leggi favoriscono sempre di più le professioni e le professioni indirizzano le leggi in una comune deriva anticonviviale.
Illich credeva anche che si potesse tornare indietro. Che il male della normalità si potesse correggere.
Ma non si deve dimenticare che esistono anche i “molto più cattivi” coscienti: i fabbricatori di armi, i guerrafondai, gli sfruttatori del lavoro e dei popoli, professionisti delle risorse umane… anche questi rientrano pesantemente nell'industria e nel mercato dandogli il tono attraverso le epoche e alzando sempre di più la media del male. E questi, pur essendo apparentemente facilmente individuabili e quindi condannabili, restano per lo più impuniti. Mi chiedo quando, tanto per cominciare, il Diritto farà i conti con loro. Perché è legge anticonviviale di natura l'arrampicamento di tiranni e di capi sopra qualsiasi schiena, eppure resta intoccabile la selezione naturale da cui nasce la volontà di potenza.
Illich è per la convivialità contro il Leviatano, però il problema del potere nei suoi scritti resta irrisolto.
Ma se la sua soluzione è un'utopia, sia la benvenuta.
Ringrazio Carlo per avermelo fatto incontrare.
Un bell'arrivo. Nives, esimia presidentessa di Accri ed Edgar il nostro sociologo, professore di fama transcontinentale e responsabile dell'area progetti Accri, sono sbarcati qui in Chile per una decina di giorni. Lo scopo era, più che vedere le attività del progetto, quello di ristabilire le linee metodologiche della collaborazione con Crate (partner locale di Accri qui in Chile) che almeno a livello istituzionale cominciavano ad andarsi (diciamo) sgonfiando come un souflé. In una serie di serrate riunioni a cui abbiamo partecipato sempre insieme all’equipe intera, si sono ristabiliti gli impegni e i legami reciproci fondamentali riguardo il progetto Mataquito.
Abbiamo discusso e ridiscusso con Crate l'approccio che Accri vuole condividere con i suoi partner, ciò che qui si può chiamare empoderamiento de comunidad. Non è infatti sufficiente che le attività e le mete del progetto - come già fanno - avanzino, ma devono avanzare nella logica di una competenza comunitaria di autosviluppo. Questa è infatti la sfida di Accri.
Abbiamo condiviso la soddisfazione di fare alcuni belli incontri con i campesinos sul campo, durante alcune splendide giornate di sole che in questa stagione sono un vero regalo.
D’estate a volte si dimentica quanto possa essere bella una giornata di sole invernale.
Per noi è stato davvero un grato aiuto che Edgar e Nives ci abbiano legittimato a riappropriarci del nostro compito di facilitatori di processi dopo i vari rallentamenti, ostacoli interni/esterni e terremoti che avevano scatenato il gioco dell'assistenzialismo umanitario. Speriamo di poterci muovere d’ora innanzi dentro il progetto in un campo un po' più sgombro da verticismi e gerarchie, e in una logica più orizzontale.
Ai mesi futuri l'ardua sentenza, queste ancora sono parole che devono farsi realtà.
In anteprima vediamo l'ospedale modulare di campo che l'Italia (protezione civile e fatebenefratelli) ha donato alla città di Talca dopo che il terremoto ha distrutto il suo. Ancora non è attivo ma aprirà nei primissimi di luglio. Senso di attrazione effimera.
Nives è stata la sua prima vittima. La struttura ospiterà in moduli espandibili: pronto soccorso, sala rianimazione e due sale operatorie, reparti di radiologia e sterilizzazione, un laboratorio per le analisi e una farmacia. In tende pneumatiche, infine, 40 posti degenza, 4 posti per la rianimazione e 10 posti per l'osservazione breve.
Esistono anche capolavori modesti ai quali ciascuno puó giungere, asistemici e non competitivi. Invincibili al di là di qualsiasi sconfitta o vittoria, esistono, alla facciaccia.
Altrove, dal di dentro di un qualsiasi sistema dominante, si commenterà che sono capolavori già nati vinti. Saranno abbattuti, assorbiti o moriranno soli.
E risorgeranno altrove.
José Luis Romero, Latinoamérica las Ciudades y las Ideas.
"Pueblo de Italia, un hombre te destroza:
repudia su dictamen con un gesto infinito."
Miguel Hernàndez, "Viento del Pueblo"
Conoscendo Ivan illich mi sembra di essere approdato in una calma oasi, limitata e precisa, necessaria nel mio sorvolare il pensiero degli altri, disperati o distaccati, scopritori o costruttori di un “vero”.
Ivan Illich propone una forma di salvezza. Ma non è tanto questo a farmelo amare. E' che fa parte di quei maestri che avrei voluto conoscere davvero e questo non vale per tutti coloro che mi hanno lasciato tracce.
Muore nel 2002 con un grande tumore alla guancia.
è uno dei padri del movimento della “decrescita” che ho conosciuto negli scritti di Latouche, questi abbondano di rimandi ad Illich che pure non sono bastati ad avvicinarmelo.
Illich invece è il grande anello di congiunzione tra tante cose.
Nella sua visione d’insieme scova il male del sistema normalizzato e nel rialzo dell'industria e del mercato. La china verso cui l'organizzazione capitalistica ha scelto di salire, Illich ci dice, porta alla ghigliottina.
L’inganno degli esperti è uno strumento dell’imperialismo.
Bisogna rimettere lo strumento tecnico al suo posto: la mano dell’uomo.
Le leggi favoriscono sempre di più le professioni e le professioni indirizzano le leggi in una comune deriva anticonviviale.
Illich credeva anche che si potesse tornare indietro. Che il male della normalità si potesse correggere.
Ma non si deve dimenticare che esistono anche i “molto più cattivi” coscienti: i fabbricatori di armi, i guerrafondai, gli sfruttatori del lavoro e dei popoli, professionisti delle risorse umane… anche questi rientrano pesantemente nell'industria e nel mercato dandogli il tono attraverso le epoche e alzando sempre di più la media del male. E questi, pur essendo apparentemente facilmente individuabili e quindi condannabili, restano per lo più impuniti. Mi chiedo quando, tanto per cominciare, il Diritto farà i conti con loro. Perché è legge anticonviviale di natura l'arrampicamento di tiranni e di capi sopra qualsiasi schiena, eppure resta intoccabile la selezione naturale da cui nasce la volontà di potenza.
Illich è per la convivialità contro il Leviatano, però il problema del potere nei suoi scritti resta irrisolto.
Ma se la sua soluzione è un'utopia, sia la benvenuta.
Ringrazio Carlo per avermelo fatto incontrare.
Un bell'arrivo. Nives, esimia presidentessa di Accri ed Edgar il nostro sociologo, professore di fama transcontinentale e responsabile dell'area progetti Accri, sono sbarcati qui in Chile per una decina di giorni. Lo scopo era, più che vedere le attività del progetto, quello di ristabilire le linee metodologiche della collaborazione con Crate (partner locale di Accri qui in Chile) che almeno a livello istituzionale cominciavano ad andarsi (diciamo) sgonfiando come un souflé. In una serie di serrate riunioni a cui abbiamo partecipato sempre insieme all’equipe intera, si sono ristabiliti gli impegni e i legami reciproci fondamentali riguardo il progetto Mataquito.
Abbiamo discusso e ridiscusso con Crate l'approccio che Accri vuole condividere con i suoi partner, ciò che qui si può chiamare empoderamiento de comunidad. Non è infatti sufficiente che le attività e le mete del progetto - come già fanno - avanzino, ma devono avanzare nella logica di una competenza comunitaria di autosviluppo. Questa è infatti la sfida di Accri.
Abbiamo condiviso la soddisfazione di fare alcuni belli incontri con i campesinos sul campo, durante alcune splendide giornate di sole che in questa stagione sono un vero regalo.
D’estate a volte si dimentica quanto possa essere bella una giornata di sole invernale.
Per noi è stato davvero un grato aiuto che Edgar e Nives ci abbiano legittimato a riappropriarci del nostro compito di facilitatori di processi dopo i vari rallentamenti, ostacoli interni/esterni e terremoti che avevano scatenato il gioco dell'assistenzialismo umanitario. Speriamo di poterci muovere d’ora innanzi dentro il progetto in un campo un po' più sgombro da verticismi e gerarchie, e in una logica più orizzontale.
Ai mesi futuri l'ardua sentenza, queste ancora sono parole che devono farsi realtà.
Alcune attivitą del mese.
Edgar e Nives.
Alcuni modelli di casette che il Crate propone per i terremotati.
In anteprima vediamo l'ospedale modulare di campo che l'Italia (protezione civile e fatebenefratelli) ha donato alla città di Talca dopo che il terremoto ha distrutto il suo. Ancora non è attivo ma aprirà nei primissimi di luglio. Senso di attrazione effimera.
Nives è stata la sua prima vittima. La struttura ospiterà in moduli espandibili: pronto soccorso, sala rianimazione e due sale operatorie, reparti di radiologia e sterilizzazione, un laboratorio per le analisi e una farmacia. In tende pneumatiche, infine, 40 posti degenza, 4 posti per la rianimazione e 10 posti per l'osservazione breve.
L'ospedale da campo italiano donato a Talca dopo il terremoto.
L'aspetto interno dei passaggi dell'aerostruttura dell'ospedale modulare.
Una delle macchine di tortura in uno dei padiglioni del teatro italiano.
Esistono anche capolavori modesti ai quali ciascuno puó giungere, asistemici e non competitivi. Invincibili al di là di qualsiasi sconfitta o vittoria, esistono, alla facciaccia.
Altrove, dal di dentro di un qualsiasi sistema dominante, si commenterà che sono capolavori già nati vinti. Saranno abbattuti, assorbiti o moriranno soli.
E risorgeranno altrove.