Eclisse - 11 luglio 2010 -
“una explicaciòn no sustituye lo que explica.
(…)
El observador es el tema de investigaciòn que tengo, es el objetivo de la investigaciòn y a la vez – inevitablemente – el instrumento de investigaciòn. (…) El observador es la fuente de todo."
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El observador es el tema de investigaciòn que tengo, es el objetivo de la investigaciòn y a la vez – inevitablemente – el instrumento de investigaciòn. (…) El observador es la fuente de todo."
Humberto Maturana, Del Ser al Hacer.
L'eclisse da casa mia, la mia eclisse che non si vede.
Curico: l'eclissi luminosa dell'undici luglio duemiladieci.
Per vedere quel che ho visto io, è necessario credermi.
Credere a questa foto come documento è come avventurarsi a dare una spiegazione scientifica alla moltiplicazione dei pani e dei pesci o sostenere che il mondo non ha più di seimila anni e che gli uomini convissero con i dinosauri come vogliono alcuni creazionisti.
Il mio è dunque un documento perfettamente sufficiente per essere creduto, da qualsiasi parte lo si guardi.
Per contro anche i documenti più invincibili possono essere vinti da una nuova interpretazione e quindi macinati senza pietà. Non c'è garanzia che tenga. Anche il sole passerà per essere un simbolo di freddezza.
(Anything goes, lo dicho es dicho.)
Resta allora, come distinzione di ciò che accade, solo la seduzione dell’evento o il suo ricordo, la sua forza iconografica. La profondità della sindone che c'incanta quand'anche falsa, lucidata dal credo di secoli di fedeli. O l'alterna buona-mala sorte portata dalle eclissi, che passano tranquille nell'ingranaggio di ruote d’orologio celeste in cui siamo contenuti. E non sono altro che comprensibili giochi di ombre e di volumi immensi che possiamo prevedere e vedere.
Ma nel loro piccolo tutte le immagini confuse per eccesso di densità, le foto fumose del serpente marino, dei morti che ci danno segni, degli ufo, dell'anima, ecc. fanno scattare piccole punture di fede non fede, le immagini alludono, e competono per essere simboli. Le immagini vogliono vivere come simboli, vivono solo di significativi rimandi.
Veri o no i simboli stanno e restano spalancati.
Non mi addentro. Non pretendo nulla dalla mia foto sbagliata di questo fatto certissimo, non pretendo nulla dal mio ricordo preciso, che poteva anche benissimo non essere e che già si disfa.
Resto solo affezionato a questa cattiva testimonianza di ciò che ho osservato, e come avessi visto un unicorno, coccolo l’oro di una finta gioia. Vedo così ciò che già più non vedo.
La luna si è sovrapposta al sole e l’ha morso alla mia vista, qui nell’emisfero australe, lentamente. È successo poco prima che il sole tramontasse, ho visto il sole come uno spicchio di luna depotenziato di luce, ma ancora molto luminoso, nel cielo sgombro, freddo e vasto.
Gli animali, gli uccelli, non si sono ammutoliti come da letteratura.
La luce si è attenuata solo un po', e i curicani, come mezzo mondo, erano ancora troppo ebbri dell’ultima partita dei mondiali per accorgersene.
L'eclisse parziale dell'undici luglio vista da Vina del Mar, a circa 300 km a nord da Curico. Da noi il sole, alla fine dell'eclisse, era un po' pių alto all'orizzonte (Wikipedia).