Stanno Tutti Bene
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"Io, dunque, avrò vissuto tanti anni,
audace e destro
Cavaliere, per essere portato
in un canestro
E gittato al canale co'pannilini biechi,
Come si fa coi gatti e i catellini ciechi."
audace e destro
Cavaliere, per essere portato
in un canestro
E gittato al canale co'pannilini biechi,
Come si fa coi gatti e i catellini ciechi."
Falstaff, Arrigo Boito, Giuseppe Verdi
Una mia vecchia tigre.
Più forte ancora desidero partire e andarmene.
Più forte ancora desidero partire e andarmene.
Ora capisco cosa si può e cosa potrei fare, ora che so di possedere alcune linee guida e alcune capacità, ora che ho alle spalle alcune cose fatte.
Eppure quando si ricomincia si ricomincia da capo, sempre tutto dall'inizio. E all'inizio non si è nessuno.
Poco vale quello che si è stati o che si è creduto di essere, vale solo la posizione nel qui e ora.
Ovvio?
Non sarebbe forse buono allora ripartire subito per un nuovo continente rispondendo al desiderio di ricominciare altrove invece che qui?
Ma quanto sarebbe rischioso andarsene ora? Chi si allontana soffre a cominciare dal ritorno, equidistante sofferenza tra nostalgia e riposizionamento, quando si arriva a casa stanchi e tutto deve avere un nuovo inizio. L'abbrivio del quale stenta.
Quanto coraggio ho avuto per sentirmi così vile.
Caduto sono da tutte le tigri che ho cavalcato, ora e qui le vedo tutte, passate e presenti, giungere in consesso a divorarmi.
Non voglio cadere proprio ora da questa ultima tigre dal cui dorso forse posso ancora fare qualcosa di buono.
Nuove tigri si approssimano in Italia, occasioni divoratrici con le quali si deve restar saldi sulla propria groppa.
A nessuno puó interessare la storia di un caduto che non rimontasse al più presto.
Io sono una legione di cavalieri in varie direzioni dispersa, in alcuni suoli caduta. Eppure orientata in gran parte e salda sul dorso. Per esempio ora so cosa si può e cosa potrei fare se ripartissi per un lungo progetto.
Qui non mi pare ci sia posto per me, non più che altrove
ma per fortuna gli amici stanno tutti bene.
Più forte ancora desidero partire e andarmene.
Ora capisco cosa si può e cosa potrei fare, ora che so di possedere alcune linee guida e alcune capacità, ora che ho alle spalle alcune cose fatte.
Eppure quando si ricomincia si ricomincia da capo, sempre tutto dall'inizio. E all'inizio non si è nessuno.
Poco vale quello che si è stati o che si è creduto di essere, vale solo la posizione nel qui e ora.
Ovvio?
Non sarebbe forse buono allora ripartire subito per un nuovo continente rispondendo al desiderio di ricominciare altrove invece che qui?
Ma quanto sarebbe rischioso andarsene ora? Chi si allontana soffre a cominciare dal ritorno, equidistante sofferenza tra nostalgia e riposizionamento, quando si arriva a casa stanchi e tutto deve avere un nuovo inizio. L'abbrivio del quale stenta.
Quanto coraggio ho avuto per sentirmi così vile.
Caduto sono da tutte le tigri che ho cavalcato, ora e qui le vedo tutte, passate e presenti, giungere in consesso a divorarmi.
Non voglio cadere proprio ora da questa ultima tigre dal cui dorso forse posso ancora fare qualcosa di buono.
Nuove tigri si approssimano in Italia, occasioni divoratrici con le quali si deve restar saldi sulla propria groppa.
A nessuno puó interessare la storia di un caduto che non rimontasse al più presto.
Io sono una legione di cavalieri in varie direzioni dispersa, in alcuni suoli caduta. Eppure orientata in gran parte e salda sul dorso. Per esempio ora so cosa si può e cosa potrei fare se ripartissi per un lungo progetto.
Qui non mi pare ci sia posto per me, non più che altrove
ma per fortuna gli amici stanno tutti bene.