LUGLIO '11
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Un luglio passato tra i capannoni.
Oggi mi sembra di essere davvero definitivamente uscito dai campi e dalle vigne, dalla natura rurale in cui ho vissuto negli ultimi anni. Anche qui, certo, sono campi e vigne, vedo ancora la campagna ai lati delle strade che percorro, ma qui è sempre più trafficata da infaticabili trattori. Mi stupisce che una terra così pestata e dissodata da cingoli e aratri, tanto fertilizzata, riesca pur morta ancora a dare frutti.
Nessuno si accorge che è morta? La terra qui non sa piú chi è, l'ha dimenticato, l'humus era la sua memoria e ora non ne ha più.
Anch'io dalle terre del Cile e del Ciad, dalle api e dai pollai, dal legno degli alberi e dalla verdura degli orti, mi trovo a scoprire ora l'uso di resine sintetiche e siliconi. L'imparo come so imparare, cioè male, trattando cordialmente le cose nuove, anche quando, come queste, hanno una natura terribilmente aggressiva, una sintesi chimica mirata oltre l'umano in un modo che non riesco a capire, mi mancano passaggi.
Perchè brucia tanto le mani?
Forse anche le mie mani alla fine non sapranno più chi sono.
Antonio mi ha preso quando ha detto: "Quanti hanni hai? 38? E ti te vergogni ancora?"
Ha ragione. Vergognarsi è ormai una cosa da bambini, non vale più per gli adulti. Ma io mi vergogno ancora,
e il mio problema è che non so bene di che cosa.
"Ho guardato il cielo, sperando di scoprirvi figure note. Costellazioni, solo costellazioni da atlante astronomico. Ho riconosciuto l'Orsa Maggiore, ma come una di quelle cose di cui avevo tanto sentito parlare. Ero venuto sin lì per apprendere che le enciclopedie hanno ragione. Rede in interiorem hominem e troverai il Larousse.
Mi sono detto: Yambo, hai una memoria di carta. Non di neuroni, di pagine. Forse un giorno inventeranno una diavoleria elettronica che permetterà al computer di viaggiare attraverso tutte le pagine scritte dall'inizio del mondo ad oggi, e di passare dall'una all'altra con un colpo di polpastrello, senza più capire dove ti trovi e chi sei tu, e allora tutti saranno come te.
Nell'attesa di avere tanti compagni di sventura, sono andato a dormire."
Umberto Eco, La misteriosa fiamma della regina Loana
Mi sono detto: Yambo, hai una memoria di carta. Non di neuroni, di pagine. Forse un giorno inventeranno una diavoleria elettronica che permetterà al computer di viaggiare attraverso tutte le pagine scritte dall'inizio del mondo ad oggi, e di passare dall'una all'altra con un colpo di polpastrello, senza più capire dove ti trovi e chi sei tu, e allora tutti saranno come te.
Nell'attesa di avere tanti compagni di sventura, sono andato a dormire."
Umberto Eco, La misteriosa fiamma della regina Loana
Antonio, alla geomodel, un sensibile esperto di resine e materiali sintetici, mi ha cominciato a spiegare... Fuori dal capannone c'è ancora un paesaggio.
Un luglio passato tra i capannoni.
Oggi mi sembra di essere davvero definitivamente uscito dai campi e dalle vigne, dalla natura rurale in cui ho vissuto negli ultimi anni. Anche qui, certo, sono campi e vigne, vedo ancora la campagna ai lati delle strade che percorro, ma qui è sempre più trafficata da infaticabili trattori. Mi stupisce che una terra così pestata e dissodata da cingoli e aratri, tanto fertilizzata, riesca pur morta ancora a dare frutti.
Nessuno si accorge che è morta? La terra qui non sa piú chi è, l'ha dimenticato, l'humus era la sua memoria e ora non ne ha più.
Anch'io dalle terre del Cile e del Ciad, dalle api e dai pollai, dal legno degli alberi e dalla verdura degli orti, mi trovo a scoprire ora l'uso di resine sintetiche e siliconi. L'imparo come so imparare, cioè male, trattando cordialmente le cose nuove, anche quando, come queste, hanno una natura terribilmente aggressiva, una sintesi chimica mirata oltre l'umano in un modo che non riesco a capire, mi mancano passaggi.
Perchè brucia tanto le mani?
Forse anche le mie mani alla fine non sapranno più chi sono.
Antonio mi ha preso quando ha detto: "Quanti hanni hai? 38? E ti te vergogni ancora?"
Ha ragione. Vergognarsi è ormai una cosa da bambini, non vale più per gli adulti. Ma io mi vergogno ancora,
e il mio problema è che non so bene di che cosa.
Rudi e Paolo, mastri falegnami.
"Dall’agosto 2010 al luglio 2001, la deforestazione selvaggia in Amazzonia è aumentata complessivamente del 15% con 2654 km quadrati di boschi abbattuti, 400 km in più rispetto ai 12 mesi precedenti.
Sono i primi dati annuali diffusi dall’Istituto nazionale di investigazioni spaziali (Inpe) in base a rilevamenti satellitari solo parziali: gli stati più colpiti sono il Mato Grosso e il Pará, dove avanzano la monocoltura della soia e l’allevamento di bestiame.
Dopo una riduzione, un picco di disboscamento è stato registrato ad aprile con 447 km quadrati di selva rasi al suolo; a maggio sono stati 268 e a giugno 312, dati nettamente superiori agli stessi mesi del 2010. I dati dell’Inpe sono calcolati con il cosiddetto sistema di individuazione della deforestazione in tempo reale (Deter), che rileva tuttavia solo le aree disboscate superiori a 25 ettari: verranno utilizzati per il rendiconto annuale sulla deforestazione stilato dal governo, che risulta di norma sensibilmente maggiore rispetto ai numeri forniti dal Deter."
Sono i primi dati annuali diffusi dall’Istituto nazionale di investigazioni spaziali (Inpe) in base a rilevamenti satellitari solo parziali: gli stati più colpiti sono il Mato Grosso e il Pará, dove avanzano la monocoltura della soia e l’allevamento di bestiame.
Dopo una riduzione, un picco di disboscamento è stato registrato ad aprile con 447 km quadrati di selva rasi al suolo; a maggio sono stati 268 e a giugno 312, dati nettamente superiori agli stessi mesi del 2010. I dati dell’Inpe sono calcolati con il cosiddetto sistema di individuazione della deforestazione in tempo reale (Deter), che rileva tuttavia solo le aree disboscate superiori a 25 ettari: verranno utilizzati per il rendiconto annuale sulla deforestazione stilato dal governo, che risulta di norma sensibilmente maggiore rispetto ai numeri forniti dal Deter."
Tratto da MISNA